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L’emozione ha una voce

Ho voluto festeggiare così i 50 di carriera di Adriano. Mi sono messo davanti al televisore, ho avviato la registrazione della sua più recente esibizione dal vivo, e ho trascritto le emozioni che crescevano dentro di me, immaginando di essere proprio lì, in teatro, ad ascoltare quella voce dal vivo… Nonostante il titolo di una delle sue più belle canzoni, io credo che l’emozione, dal 18 maggio 1957, una voce ce l’ha, e ce l’avrà ormai per sempre…

Le prime note sono emerse limpide, pulite, come da un tunnel profondo che si apre su una vallata immensa. E quella vallata era il teatro, e nel teatro c’ero io ad ascoltare. Occhi fissi su di lui, timpani aperti a captare ogni più piccola sfumatura, cuore in tumulto ed emozione crescente. Incapace ancora di crederci, stavo davvero ascoltando dal vivo quella voce. Da vivo mi entrava dentro, con lo stesso timbro, le stesse vibrazioni che per tutta la vita ho ascoltato in centinaia di incisioni, emozionandomi ad ogni ascolto.

Sembrava quasi qualcosa di irreale, un sogno soltanto sfiorato, un desiderio intoccabile e confinato alle sfere dell’immaginazione. Eppure io, in quell’istante, ero proprio lì, e da subito quel famoso attacco: “Io non sooo parlar d’amore… l’emozione… non ha voce!�, mi ha dato l’impressione netta di qualcosa di prezioso, la sensazione esaltante di una grande potenza controllata, seguita da un intenso e lunghissimo brivido che sconfinava nell’euforia.

Sulle prime parole: “Io non sooo�, attorno a me si è alzata la marea degli applausi già partiti all’attacco delle note strumentali. Poi di nuovo l’incanto e il silenzio, subito coperto dalle parole successive: “E mi manca un po’ il respiro… se ci sei… c’è troppaaa luce!�, con la “e� di “luce� che si perdeva in un’eco, il cui rimbombo finale riempì la platea e restò ad aleggiare nell’aria sopra le nostre teste.

Volti ammirati, corpi rigidi e attenti, tutto il pubblico era felicemente rapito… Non un solo fiato, non il solo movimento di un muscolo, mentre la voce faceva il suo ritorno e riattaccava con forza: “La mia animaaa si spande… come musicaaa d’estate! Poi la voglia sai miii PRENDE…�, e come a compensare le successive parole dimenticate, quel “PRENDE� profondo sembrò tuonare, coprire ogni cosa, sorgere dal cuore stesso della terra su cui poggiavano i nostri piedi.

Poi la voce riprese, sempre con il sottofondo di quella base cadenzata e continua, e salì in acuti e bassi da cardiopalmo, intonando alla perfezione la strofa successiva: “Io con TE sarò sincERO… resteRO’… quel che soNO!�. E mentre mi stordivo di dolcezza al vibrare del “disonesto MAAAI lo giuro, ma se tradisci, non perdonooo-oo-oo!�, il mio cuore pareva dirmi di non poter reggere all’intensità dell’emozione, che attraverso il timbro di quella voce esaltante, straordinaria, si lacerava in scintille di gioia pura, di toccante euforia, condensandosi nell’anima sotto forma di una passione sconfinata.

Sentii un nodo in gola. Mi sfuggì una lacrima e mi ritrovai a galleggiare sopra un oceano di commozione, con le onde che si gonfiavano dolci (ma immense, quasi trattenendo a stento la loro potenza nascosta) e mi sommergevano a tratti. Non ascoltavo più nulla del mio corpo, e non ero più il mio corpo, ma soltanto occhi che guardano, orecchie che ascoltano e cuore che batte. Mi scioglievo nella musica, nella voce, trasportato su un’onda emotiva che potevo cavalcare, assaporare e percepire, ma non dominare nè trattenere.

Godevo di quella voce, di come riverberava con forza per tutto il teatro, quasi toccandomi e avvolgendomi, penetrando sotto la mia pelle e dentro il mio sangue, entrando in circolo nel mio organismo e pulsando con il mio cuore; e godevo del modo in cui quella voce faceva vibrare delle corde profonde dentro di me, nel mio animo infiammato e quasi dolorante, quasi desideroso di gridare un sentimento che saliva in superficie, dolce, rabbioso, erompendo con un forte slancio a livello di coscienza.

Mi sentivo totalmente avvinto da quell’onda, da quella sonorità che sapeva di magia, che si scioglieva in un perfetto e travolgente accordo su quel “Ti sarò per sempre amico… pur geloso coooome SAAAI… Sì lo so mi contraddico… ma preziosa sei tu per ME!�… Ed ecco l’esplosione acuta e graffiante nell’apice della magia sonora. Ecco nell’aria, nelle mie orecchie, nel mio cuore e nella mia anima quel lungo e commosso grido d’amore: “Tra leee mie bracciaaaa dormiraaaai… serenamenteeee… ed è importanteeee… questo saaai… per sentirci pienamente noi!�

Emesso con forza, con uno slancio che era al tempo stesso aspro e dolcissimo, quel “pienamente noi� si innalzò nell’aria sciogliendosi sulle note musicali, ma si ricondensò, quasi all’istante, nel grido di “Un’altra vitaaa… mi daraaaai… che io non conoscooo… La mia compagna… tu saraaaaiiii… fino a quando so che lo vorrai…�, con la “a� finale di “vorrai� che riusciva a coprire la “i� successiva, e si spandeva chiara e delicata per tutto il teatro, e la stessa “i� che si udiva appena, dolcissima, assorbendo in un attimo l’energia sommessa e spegnendosi infine in un silenzio denso, prezioso, stracolmo di emozione.

Maurizio

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