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Memorie di guerra: Adriano Celentano e i bombardamenti della seconda guerra mondiale

adriano celentano con libro in mano

Un aneddoto risalente alla seconda guerra mondiale, riportato da Adriano Celentano in un’intervista rilasciata verso la fine degli anni sessanta:

C’era la guerra e, quando bombardavano, mio padre aveva una fifa matta. “Madonna mia! Giuditta, scappiamo nel rifugio!”, diceva a mamma, ma mamma era più coraggiosa o fatalista e rispondeva sempre: “Ma quale rifugio? Se dobbiamo morire è meglio che moriamo alla luce del sole, non in una tana come i topi”, e rimaneva sempre in casa. Una volta sentimmo un inistente segnale d’allarme, papà non resistette e disse: “Io vado al rifugio, se vuoi tu resta qua. E Adriano chi lo tiene?”. Io dissi che volevo andare con papà perché avevo paura, e lui mi prese in braccio. Lasciammo mamma a casa, ed io pensavo sempre a lei mentre papà correva nel prato, sotto i lampi del bengala. A un certo punto, poveretto, inciampò: cercò di restare in equilibrio, mi strinse forte, mi protesse con il corpo piegato, ma cadde lo stesso lungo disteso. Io non mi feci male, lui forse sì, ma si rialzò subito, ed io avvertì una sensazione di tenerezza immensa e di disagio, e anche di affetto, perché capivo che papà con me voleva far finta di niente.

(Da un’intervista alla rivista Amica, 1969)

Antonio

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