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Mina e Celentano, “Le migliori” in assoluto

copertina di 'Le migliori' (2016) - Adriano Celentano e Mina

(Mauro Balletti)

Allora? Com’è questo Le Migliori, il nuovo album di Mina e Adriano Celentano?

E’ il miglior album che potessimo sperare di sentire. I rischi di un seguito erano tanti, inutile nasconderlo, ma questo album ha pienamente soddisfatto le aspettative: possiamo dire, senza alcuna remora, che è nettamente superiore al precedente MinaCelentano. Merito di una maggiore varietà nella scelta delle canzoni e degli arrangiamenti, e soprattutto dei due artisti che, pur con le loro monumentali carriere sulle spalle, hanno ancora voglia di mettersi in gioco, cosa tutt’altro che scontata. E’ evidente, ascoltando questo disco, la cura di ogni dettaglio e l’impegno profuso per rilasciare un prodotto all’altezza dei due talenti in gioco. Ma risalta anche il divertimento dei due durante le incisioni, sia pure avvenute separatamente dopo i primi incontri a Lugano, grazie alle battute e ai siparietti disseminati per tutto l’album. Le voci meritano una menzione particolare: lo sapevamo già, ma riascoltarle è una goduria per le orecchie, e ci induce a pensare che l’anagrafe nel loro caso non dica il vero: 78 anni lui e 76 lei? Davvero? Sembrano due ragazzi. Il filo conduttore dell’album è l’amore nelle sue sfaccettature, come suggeriscono anche i titoli di buona parte dei pezzi scelti.

Amami Amami, la canzone d’apertura, la conoscevamo già: scelta come singolo di lancio per la sua estrema orecchiabilità, è un tango attualizzato da una base dance concepita apposta come tormentone “a presa rapida”. Missione riuscita, perché la canzone, molto trasmessa in radio al momento del lancio, ha dominato la classifica dei singoli di iTunes per ben quattro giorni (ricordiamo, ancora una volta, che le classifiche di iTunes si aggiornano in tempo reale).

E’ l’amore, lento suggestivo scritto da Andrea Mingardi e Maurizio Tirelli, con le due voci che si alternano per poi intrecciarsi finalmente nel ritornello finale. Ferzan Ozpetek ha girato un video per questo pezzo, che vedremo nello speciale televisivo su Raiuno che andrà in onda il 12 dicembre. Quasi certamente futuro singolo.

Se mi ami davvero, pezzo scritto dal rapper Mondo Marcio, che aveva già collaborato con Mina in passato. Altro pezzo molto radiofonico (una peculiarità di tutto l’album) che a un certo punto presenta un intermezzo rap di Adriano, che se la cava egregiamente (lui che del rap è stato precursore). Non che sia la prima volta, dato che Adriano si era già cimentato col rap nell’album Il re degli ignoranti (anno 1991), ma è comunque una piacevolissima sorpresa. Pure per questa canzone è stato girato un video, da Carlo Verdone, che recita anche, assieme a Geppi Cucciari. Anche questo, probabile futuro singolo.

Ti lascio amore, pezzo scritto da Toto Cutugno (che torna a comporre per Adriano dopo ben trentasei anni, dall’album Il tempo se ne va) e Fabrizio Berlincioni. Canzone che narra del doloroso addio di due amanti. A tratti eccessivamente melodrammatico, il brano evita scivolate nella retorica grazie alla classe dei due interpreti.

A un passo da te (ragione e sentimento) è senza dubbio il pezzo forte dell’album. E pensare che quando il suo autore, Fabio Ilacqua, l’aveva inviata ai due, la scaletta era già chiusa. Fortuna che Ilacqua ha deciso lo stesso di sfidare la sorte, perché il pezzo merita davvero: strofe cantate da Adriano, che lascia spazio nel ritornello alla voce di Mina. Sublime. Sarà un singolo di grande impatto.

Non mi ami, brano dove, seppure in un contesto non esattamente allegro visto il tema già esplicitato nel titolo, l’ironia fa comunque capolino: a Mina che dice “Cosa aspettarmi poi, da uno come te”, Adriano ribatte: “Come, da uno come me? Non è che hai sbagliato cantante?”.

Ma che ci faccio qui, irresistibile brano arrangiato in chiave reggae da Celso Valli, dove ascoltiamo Adriano che rinfaccia a Mina un antico tradimento; lei all’inizio nega per poi ammettere tutto (“ho fatto uno sbaglio, uno!”). Pezzo che, per ironia e giocosità, può essere in qualche modo considerata l’erede di Che t’aggia dì. Inoltre, il cantato di Adriano contrapposto al parlato di Mina riporta alla mente il memorabile duetto televisivo del 1972, dove i due parodiavano Parole Parole con lui nel ruolo di Mina e lei in quello di Alberto Lupo. Canzone che ha tutte le carte in regola per essere lanciata sul mercato come singolo estivo.

Sono le tre, pezzo lento e d’atmosfera dove Adriano e Mina sfoggiano tutta la loro classe di interpreti.

Pioggia d’estate sei tu
come l’immenso, nel blu
che pensi di fare
di stare o andare
ho un buco nel cuore, sei tu

Il bambino col fucile, pezzo scritto da Francesco Gabbani, il giovane vincitore di Sanremo Giovani, e cantato dal solo Celentano. Il ragazzo è un suo estimatore dichiarato (prima di Sanremo aveva inciso una cover di Svalutation ufficialmente approvata dal Clan) e si sente: il pezzo è scritto su misura per Adriano, un tagliente rock sui mali della società.

Quando la smetterò, composto da Aldo Donati (purtroppo scomparso due anni fa) per la musica e da Loriana Lana per il testo. Un lento di gran classe cantato dalla sola Mina che qui come interprete raggiunge livelli altissimi. Al pianoforte Danilo Rea.

Come un diamante nascosto nella neve, altro pezzo romantico dove i due si scambiano struggenti dichiarazioni d’amore. Gran pezzo, interpretato dai due con grande trasporto (al momento in cui parte la chitarra dopo il ritornello, sentiamo Mina seguire la melodia con dei vocalizzi). A mio parere, avrebbe buone chance come singolo. In ogni caso, brano perfetto per la chiusura dell’album…

…e invece no. C’è spazio infatti per una sorprendente rilettura di Prisencolinensinainciusol, pezzo precursore del rap, concepito da Adriano nel 1972 in finto inglese. In questo brano, aggiornato in chiave techno dal dj di fama mondiale Benny Benassi (ha collaborato anche con Madonna), Adriano sfida Mina a seguirlo nelle sue escursioni verbali, e lei risponde, cavandosela egregiamente, e soprattutto divertendosi moltissimo, tanto da lanciarsi in un’occasione, alla fine di una strofa, nel caratteristico urletto in falsetto alla Little Richard (“wooo”). Una chicca che chiude l’album nel migliore dei modi.

Antonio

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