Quella sera, a Milano…
Avevo intenzione di riscrivere con più cura il mio post di qualche giorno fa, apparso nel Forum dopo quello che per me è stato un vero evento. Ma forse è meglio se lo riporto qui così come l’avevo scritto all’inizio, spontaneamente e quasi a caldo, aggiungendo alla fine altre impressioni che mi arrivano ora in superficie. Dico “quasi? a caldo, perché in realtà ho dovuto scriverlo il giorno dopo, dato che la sera stessa del rapido incontro e della trasmissione in diretta, faticavo persino a formulare pensieri, e non avrei potuto scrivere niente che fosse sensato. Ho scritto solo qualche breve messaggio nel Forum, qualche confusa e vibrante esclamazione: “L’ho visto! L’ho salutato!?… per poi svegliarmi il giorno dopo e dirvi:
Mi sento ancora un po’ frastornato e so che farò fatica a raccontarvi tutto, ma provo a darvi qualche accenno della mia serata di ieri, sperando di riuscire a rivivere qui il mio breve incontro ravvicinato.
Sono stato cinque ore al freddo fuori dagli studi televisivi (dalle 14 alle 19) solo per mezzo secondo di saluto, ma ne è valsa ampiamente la pena! Attorno a me c’era gente che diceva: “Eh, ma non ha neanche abbassato il finestrino, poteva almeno firmare qualche autografo”. Fatti loro, se non erano contenti: io ero felice anche così, perché è stata la prima volta che ho visto Adriano dal vivo. E anche perché, pur essendo l’ultimo ad arrivare, e probabilmente già in ritardo per gli ultimi accorgimenti prima di andare in onda, Adriano mi è apparso sereno, rilassato, e l’ho visto fare almeno il cenno di un saluto proprio nella mia direzione (forte brivido! immediato sussulto!), mentre l’arrivo anticipato degli altri personaggi è avvenuto con una certa indifferenza, sia da parte dei personaggi stessi che da parte di noi curiosi in attesa. Non ho notato l’arrivo di Fazio né di Filippa Lagerback (e quest’ultima l’avrei guardata molto volentieri!), ma ricordo di aver visto di sfuggita la Litizzetto, voltata dall’altra parte mentre la gente sbirciava dentro l’auto, e poi l’arrivo del professor Caroli (ospite fisso di “Che tempo che fa?) e di sua moglie: mentre l’auto arrivava rallentando, ci siamo avvicinati tutti per vedere se all’interno ci fosse Adriano; la moglie del professore deve aver visto le nostre facce deluse, perché ha allargato le braccia con un sorriso come per dire: “Mi spiace, non siamo Adriano!?
Come ricordavo vagamente per esserci stato molti anni prima, la sede milanese della Rai in Corso Sempione ha tre ingressi situati su due lati del complesso, ciascun ingresso distante circa 100 metri dall’altro. Io non sapevo che postazione scegliere, non sapevo dove avrei potuto evitare di perdermi l’arrivo di Adriano. Ma ho pensato (come mi hanno confermato alcune persone alle quali ho chiesto) che certamente lui non sarebbe passato dall’ingresso principale, dove passavano tutti, ma da un ingresso più nascosto. Degli altri due ingressi, uno sembrava proprio abbandonato, una specie di carico-scarico merci, mentre l’altro mi dava l’impressione di essere adatto per la mia attesa. Così mi sono diretto verso questo ingresso e mi sono piazzato lì, ostinato, per tutte quelle ore, anche se nel pomeriggio ho fatto passare il tempo continuando a passeggiare nei dintorni e scambiando qualche parola con qualcuno, senza però allontanarmi troppo dalla zona prescelta: guardando quella striscia d’asfalto davanti all’entrata, non potevo fare a meno di pensare: “Questa sera stessa passerà di qui un’auto, e in quell’auto ci sarà Adriano. Lo stesso Adriano che io, per tutta la vita, ho visto in decine di film e di programmi televisivi e ho ascoltato in centinaia di canzoni?
Sembrava un comune sabato pomeriggio, umido e grigio, ma in quella zona di Milano non lo era. Si respirava già l’aria di attesa per l’evento. Tutti sapevano. E non era solo una mia impressione, ma una realtà rivelata da tanti piccoli fatti. Ho visto due ragazze scendere da un’auto e cantare insieme: “… mio caro amico, disse… qui sono nato, e in questa strada ora lascio il mio cuore…?, e dovevano essere due del pubblico, perché le ho viste dirigersi verso l’entrata principale e recarsi all’ufficio informazioni; poi ricordo una donna giovane, alta e molto bella, che camminava a lunghe falcate e diceva al cellulare: “Oggi c’è Adriano Celentano, qui c’è gente che va e viene…?; un ragazzo in servizio alla Croce Rossa aveva invece risposto alla mia domanda dicendo: “Mah, chissà… ieri eravamo tutti qui a vedere se arrivava per le prove, e poi mi hanno detto che è entrato da un’altra parte, ma non so da dove…?; e infine ho sentito qualcun altro canticchiare: “A mezzanotte saaaai che io ti penserò… ovunque tu saraaaai sei mia…?: come ho saputo dopo, era una comparsa che doveva partecipare alla trasmissione. Io mi sono avvicinato per fargli qualche domanda, mi sono intrattenuto a parlare per qualche minuto e ho saputo che nel corso della trasmissione ci sarebbe stata una scenetta in cui lui, assieme ad altre comparse, avrebbe tenuto uno striscione. Notando poi il mio interesse per l’arrivo di Adriano, l’uomo ha aggiunto che avrebbe parlato con la costumista, e se per caso qualcuno tra il pubblico avesse rinunciato alla serata, mi avrebbe chiamato per farmi entrare. Mentre riprendeva a cantare e intonava con un buon timbro: “Io non sooo parlar d’amore… l’emozione… non ha voce…?, gli ho lasciato il mio numero di cellulare, sapendo però che l’eventualità di una chiamata sarebbe stata molto remota. E infatti, nelle ore successive, il mio cellulare è rimasto muto. Aspettavo anche l’eventuale arrivo della mia amica Deborah da Vicenza, una grande fan di Adriano, e di Michele da Torino. Ma purtroppo lo sciopero dei treni e altri inconvenienti hanno impedito loro di venire.
Verso sera c’erano attorno a me altre cinque o sei persone, mentre un altro gruppo attendeva all’ingresso principale. Ma ormai cominciava a fare buio, e alcuni tra quelli che aspettavano con me, dopo qualche incertezza, hanno desistito per il freddo e se ne sono andati, lasciandoci lì ad attendere soltanto in tre: io, un altro ragazzo di una trentina d’anni, e una simpatica 70enne siciliana con i capelli biondi tinti, una signora dall’aspetto distinto e dalla ferma convinzione di voler vedere Adriano (qualche ora dopo, prima di tornare a casa, le ho dato anche un passaggio in macchina per evitarle di farsi a piedi tutto il Corso Sempione).
Intanto le ore passavano, l’enorme struttura dei ripetitori illuminati, i lampioni stradali e l’insegna luminosa della RAI rendevano il tutto ancora più suggestivo, e ad ogni macchina che si avvicinava a quell’entrata dello studio noi guardavamo subito dentro… Ma di Adriano, ancora nessuna traccia. Verso le 19 eravamo di nuovo in cinque o sei, sempre lì ad attendere e a raccontarci aneddoti. Ed ecco che finalmente, alle 19.00 in punto, LUI arriva… Dal fondo della via abbiamo visto un movimento di gente che si avvicinava a noi, alcuni con passo affrettato, altri correndo, probabilmente perché avevano appena intravisto Adriano dentro un’auto che si dirigeva verso il nostro ingresso, e si erano resi conto all’improvviso di aver aspettato nel posto sbagliato.
L’auto era una splendida Mercedes di grandi dimensioni (non ho fatto caso al modello preciso) ed era di colore grigio chiaro metallizzato. L’autista ha rallentato, ha svoltato e si è fermato davanti alla sbarra chiusa, che purtroppo la guardia pronta di riflessi si è affrettata ad aprire. Ma nel frattempo noi (ormai dovevamo essere circa in dieci lì attorno) ci siamo avvicinati ai finestrini, che fortunatamente non erano scuri… ed ECCO, ALL’IMPROVVISO, IL COLPO AL MIO CUORE nel riconoscere i suoi pochi capelli su un lato della testa… Ho sentito proprio una scarica di adrenalina, il tipico bruciore di quando succede qualcosa di straordinario, e il fiato mi è diventato subito corto, sono passato da un istante all’altro dalla stanchezza per l’attesa a un affanno incredibile…
Lui stava parlando con l’autista, e rideva. SI. Era proprio lui. Il suo sorriso. La sua figura che per tutti è sempre stata così familiare. Mi sono avvicinato e ho esclamato: “Ehi!?. Ho bussato con discrezione al finestrino, un po’ timoroso, ho alzato la mano in segno di saluto, la sbarra ormai era aperta del tutto, la guardia ci diceva di stare indietro, l’auto è ripartita lentamente e nell’ultimo istante Adriano ha voltato la testa e ha fatto un rapido cenno sorridente nella mia direzione! Il suo FAMOSO SORRISO A TRENTADUE DENTI era lì, davanti a me, a pochi centimetri da me, dietro soltanto al finestrino chiuso… Poi l’auto è andata avanti e tutto è finito. Da dietro ho fatto in tempo a vedere sui sedili posteriori una donna, forse Claudia Mori, e una ragazza giovane che non conoscevo. L’ultimo mio pensiero, mentre l’auto svaniva dal mio campo visivo, è stato questo: “Ce l’ho fatta, papà! Ce l’ho fatta!?. E intimamente dedicavo quell’incontro a mio padre, che Adriano me l’aveva fatto conoscere (musicalmente parlando) quando ancora ero un bambino, quando la sua “musica esplosiva?, come canta lui stesso nell’ “Ultimo gigante?, “mi scoppiò dentro nel cuore?.
Qualche istante prima del saluto, mentre io ero chino sul finestrino di Adriano, dietro di me avevo visto il lampeggiare di un flash: era il ragazzo trentenne che scattava una foto. Subito dopo gli ho chiesto: “Mi hai beccato mentre mi chinavo sul finestrino? Hai preso anche Adriano?”. E lui: “Mi sa che non ho beccato niente, se non la portiera posteriore!”. Ma io ho insistito: “Senti, mi dai il tuo numero di telefono? Quando sviluppi la foto ti chiamo, e se hai preso qualcosa me la mandi?”. Purtroppo aveva una macchina fotografica non digitale, e dovrà fare sviluppare la foto. Ma lo chiamerò, anche se non mi sembrava molto convinto, nè di aver beccato qualcosa nella foto, nè di volermela eventualmente inviare. Io spero tanto che nella foto si veda qualcosa, anche se sinceramente ne dubito molto, ricordando la confusione di quegli istanti (questo mi servirà da monito per la prossima volta, quando mi preoccuperò di portare io stesso una fotocamera).
Le altre persone attorno a me non dovevano essere FANS con la mia stessa grande passione, perché in loro non riuscivo a scorgere la stessa emozione che si era impadronita di me, e anzi mi sembravano delusi di averlo visto per così poco tempo, tranne forse quella signora anziana che era abbastanza emozionata, e il ragazzo lì vicino che sembrava quasi tremare… Le altre persone erano semplicemente cacciatori di autografi, non proprio fans di Adriano, perchè lì sentivo dire: “L’altra giorno ho abbracciato Mickey Rourke, fuori dall’altro studio in zona fiera?, e così via… Ma un certo interesse non si celava del tutto neppure in loro, consapevoli di aver appena intravisto, anche se per un solo istante, quello che da tempo è considerato il più grande artista italiano vivente.
Ma io ero così emozionato che non riuscivo quasi a rendermene conto in pieno! Non vedevo l’ora di tornare a casa per raccontarlo ai miei familiari. Avevo appena vissuto un momento atteso da trent’anni, e cercavo di assaporarlo vincendo l’agitazione. Per sfogare un po’ dell’ansia che mi aveva preso, ho dovuto chiamare mia mamma al cellulare e dirle subito: “Ciao, sto partendo adesso da Milano… L’ho visto! E’ arrivato in macchina e l’ho salutato! Mi ha risposto con un sorriso! Poi ti racconterò meglio!?. E mentre lo dicevo, e mentre avvertivo un filo di stupore nella voce di mia mamma, sentivo in me una sensazione confusa ma piacevole, la certezza che quella serata sarebbe rimasta impressa per sempre nella mia memoria. Poi, dopo il passaggio in macchina alla signora 70enne, sono partito con una certa frenesia e ho imboccato l’autostrada A4 per tornare in Brianza. Erano le 19.15 circa, e sapevo di dover percorrere 45 minuti di strada, arrivando a casa forse appena in tempo per vedermi la diretta.
Ce l’ho fatta. Sono entrato in casa alle 20 e qualche minuto e ho iniziato a registrare la fine di Blob dedicata ad Adriano, e poi l’EVENTO la cui ultima attesa mi ha levato del tutto il fiato già corto… Non riuscivo quasi a raccontare ai miei familiari (mia mamma, mio fratello e la sua ragazza) quello che era successo, perchè avevo ancora un nodo in gola, mi veniva quasi da piangere ma non volevo far vedere loro che ero un caso così disperato! Confesso che avrei voluto vederli più contenti per me, sapendo l’importanza che io davo a quanto mi era accaduto (paragonabile forse soltanto a una stretta di mano che io e mio fratello, negli anni ’90, avremmo tanto voluto dare al nostro idolo sportivo Ayrton Senna, dopo averlo intravisto nei paddock dell’autodromo di Monza), ma forse non se ne rendevano conto in pieno, come del resto ancora non riuscivo a rendermene conto io.
Quella sera non ho mangiato praticamente niente per cena, perchè avevo ancora lo stomaco annodato dall’emozione… e poi quando ADRIANO è comparso lì sul piccolo schermo, in diretta, ecco una sorta di magia che non so spiegare. Mi dicevo: “L’ho appena visto dal vivo, l’ho visto là fuori nella notte milanese, ed ora eccolo qui! ECCOLO QUI!”… E’ iniziata la mia solita trance da “diretta celentaniana”, e le sue ottime performance canore, vocali e gestuali mi hanno preso di nuovo il cuore già palpitante, me l’hanno stretto forte e l’hanno agitato ancora di più!
Naturalmente quella notte non ho quasi chiuso occhio, troppa emozione, troppa adrenalina, ero come avvolto da quell’immancabile incanto che emana dalla voce e dai gesti di Adriano, sia dal vivo sia attraverso l’etere, e quell’incanto mi prende sempre e non mi lascia mai. Ho ancora negli occhi quell’uscita a due con i cappotti indossati, quando Adriano e Fabiozzz escono dagli studi televisivi sulle note di “Oh Diana?, e nella foschia notturna passeggiano tranquillamente guardandosi attorno, ancora inquadrati in lontananza dalla telecamera: qui c’è il tocco suggestivo di Adriano, quel suo modo di rendere un programma unico, diverso, anche in piccoli dettagli come questo.
Nei giorni successivi sono stato pervaso dal puntuale orgoglio che si prova ad essere fan del numero Uno. Giornali e telegiornali saturati dai commenti sull’apparizione di Adriano, pieni di parole come “evento televisivo?, “ascolti record?, “canzoni da brivido?. Poi lunedì sera il servizio di Striscia la Notizia, in cui Staffelli consegnava ad Adriano, subito dopo la trasmissione di Fazio, il Tapiro di diamanti per una questione dell’anno prima. Nel guardare quel servizio ho rivissuto il “mio? momento di quella sera. Le stesse strade di Milano, la stessa atmosfera, e io che mi dicevo: “Ero proprio lì dove c’è Staffelli! Ero proprio lì vicino al suo finestrino!?. Ero un’anima in pena, davanti al televisore. Quanto avrei voluto stringere la mano ad Adriano, come hanno fatto i ragazzi attorno a Staffelli. Se fossi rimasto lì anche dopo la trasmissione, forse ce l’avrei fatta. Ma mi consolo pensando che questo è stato solo un primo contatto, che forse arriverà il momento in cui potrò stringergli la mano e dirgli: “GRAZIE DI TUTTO, ADRIANO?. E in quel “TUTTO? ci sono brividi sottili e sentimenti profondi, risate incontenibili, emozioni che non scordo mai, batticuori di tutta una vita.
Maurizio.