Torno sui miei passi…
Quando parliamo di Adriano Celentano qui, in questo forum dove la passione e l’ammirazione per lui regnano sovrane, è difficile cercare nuove strade da esplorare, senza correre il rischio di ripetersi. In fondo è lo stesso rischio che corre chi scrive canzoni, pensate a quanto sia complicato trovare nuove melodie e tracciare nuovi percorsi…In questo è maestro il caro Mogol, anche se ogni tanto si lascia andare ad una sorta di auto-celebrazione…
Quando pensiamo al “potere mediatico? del molleggiato, vediamo da una parte l’effetto che fa su di noi, posti sempre ad un livello di pre-assuefazione da ogni sua esternazione, dall’altra le reazioni, che a noi interessano forse ancor di più, delle persone comuni, quelle che parlano di Celentano quando è in prima linea, televisivamente o musicalmente, e poi tornano ad occuparsi di altro…
In questi giorni ho rivisto tutte le puntate di Rockpolitik; il perché ve lo confesso subito: era l’unico modo per garantirmi due ore di pace con mia figlia tranquilla e calma al mio fianco, alla faccia di mille cartoni animati…E, nel godere nuovamente gli effetti di tale spettacolo, lasciavo un po’ da parte la classica tensione da diretta che avvolge tutti noi ad ogni evento celentanesco. E mi lasciavo andare ad osservazioni tecnico-emotive. La prima conferma veniva dal rendermi conto di quanta meticolosa preparazione stia dietro ad ogni spettacolo televisivo di Adriano…Mi stupiva ancora una volta la maestosa scenografia e il suo contesto più che giustificato da un meticoloso ed originale concatenarsi di eventi. Questa appunto è stata la prima considerazione a freddo: rendermi conto di quanto fossero abilmente collegate tra loro tutte le esibizioni. Ricordo in particolare la puntata n° 3, quella in cui il lungo monologo rock-lento era interrotto da ben quattro ottime interpretazioni rock, staffetta poi con un originale balletto tip-tap al quale partecipava lo stesso Celentano, poi Teo Teocoli ad irrompere sulla scena ancora fresca di emozioni non del tutto consumate. Poi il balletto russo, abilmente introdotto nella gag del manicomio fino ad esplodere in una nuova gag di Teo e Adriano, e poi ancora balletto…tutto fino alla fine del blocco. Un Celentano davvero in forma, emozionato ed emozionante. Coordinato, preparato, coinvolto, motivato. Poi altre annotazioni tecniche consentitemi di farle relativamente alla scenografia al contrario…Sì è proprio così, come dissero allora alcuni attenti osservatori, l’allestimento delle luci e delle strutture dello studio, sono sempre, da Francamente me ne infischio in poi, anzi, direi da Svalutation in poi, l’esatto contrario della classica scena televisiva. Luci soffuse al posto di riflettori e colori sgargianti. E poi…che dire dei balletti, tutti, presenti in una trasmissione del molleggiato? Sempre così sensuali, mai volgari, e i tempi? Calma e rilassatezza in luogo di ritmi serrati.
Conosco un solo ottimo artista capace di calamitare attenzioni proporzionalmente simili e inseguitore di obiettivi compatibili in tutto e per tutto. Parlo del grande Renzo Arbore, maestro di televisione alternativa, maestro di eleganza e cultura. Arbore ne è certamente più titolato ma, a mio avviso, Celentano, come appunto Arbore, ha il grande merito, ogni tre-quattro anni, di portare la sua idea di televisione in televisione. Farcene sentire il profumo, per poco, ricordarci che arte-cultura-divertimento-riflessione sono ancora conciliabili . E ricordandoci anche che, ahinoi, solo combattendo le regole della televisione si può rinnovare la televisione. Solo infischiandosene di schemi, regole e contratti della nuova mercificazione dell’immagine, si può, per un momento breve ma intenso, tornare per un attimo in quel magico studio (UNO) dove le gag e le incursioni di personaggi famosi (veramente!) si miscelavano abilmente alla magica voce di una Mina incredibilmente affascinante.
Personalmente sarei la persona più felice del mondo se un giorno qualche pazzo dovesse riuscire a riportare in tv, sullo stesso palco, Mina e Celentano. Quest’anno sarebbe quello più indicato, essendo il 50mo anche per Mina…
C’è una sola concreta possibilità che questo accada: Sostituire Del Noce con il grande Carlo Freccero. Il mio conterraneo, savonese doc, come Fazio, è un vero conoscitore della televisione, è la sua materia di insegnamento all’università, ha abilmente diretto, in passato, Rai Due e, prima ancora, Italia Uno, ha raggiunto obiettivi inimmaginabili. Ha cultura, preparazione, motivazione ed entusiasmo. E’ un epurato politico anche lui, evidentemente. Speriamo solo che qualcuno si svegli, per riportare in tv la sua stessa antitesi. C’è bisogno di buoni direttori, c’è bisogno di Celentano ma c’è anche bisogno di proseguire sulla sua scia, imparare da chi l’attenzione su di sé la sa calamitare, spontaneamente. C’è bisogno di tornare indietro, di almeno trant’anni, per crescere….
Paolo