Tutti i politici dovrebbero andare a scuola da Celentano
L’intervento di Celentano durante la scorsa puntata di Anno Zero ha suscitato, come al solito, polemiche e consensi attraverso i quali si dipana l’eterno dibattito tra libertà di opinione ed equilibrio politico; tra il rappresentare la voce del popolo e l’intervento fondato sulla competenza e la conoscenza scientifica in relazione al tema trattato.
In questo turbinio di voci e di opinioni però, quasi nessuno (tra coloro che hanno facoltà di parola in TV), sembra essersi accorto della cosa meravigliosa ed “aliena” accaduta durante la trasmissione.
Nei dibattiti televisivi, soprattutto quelli politici, ci si è ormai da troppo tempo abituati e rassegnati ad un unico ed apparentemente irreversibile modello di comunicazione: quello del parlarsi addosso.
Cito un solo nome a rappresentanza di tutti gli altri, che sono veramente tantissimi: il ministro Ignazio La Russa. Lo schema è molto semplice e chiaro, interrompere l’esposizione di un’opinione espressa da chi la pensa in modo diverso dal proprio, affinché nel disordinato e concitato botta e risposta regni sovrana come unica grande regina: L’INCOMPRENSIONE.
Confusione e Incomprensione sembrano essere le sole strategie messe in campo da chi non è in grado di affrontare un dibattito sul terreno dei contenuti e senza temere la forza delle opinioni altrui.
Con Celentano abbiamo potuto assistere finalmente ad un dibattito nel quale non ci si parlava uno sull’altro ed abbiamo goduto dell’immagine di un uomo attento ed interessato ad ascoltare l’opinione di chi la pensa in modo diverso da lui, quasi alla ricerca di un qualcosa che potesse mettere in discussione sé stesso e le proprie ragioni. Ecco allora l’importanza delle pause di Celentano. Queste ultime rappresentano una vera e propria finestra sui pensieri della gente. Uno spazio, non solo utile, ma addirittura INDISPENSABILE a poter riflettere su ciò che conta veramente in un confronto dialettico, e cioè i CONTENUTI. Indipendentemente dalle proprie posizioni e idee politiche.
Il miracolo è andato addirittura oltre superando i propri limiti perché, non solo Celentano non ha mai interrotto nessuno togliendo la parola a chi stava in studio per esprimere le tesi contrarie, ma come in una sorta virus benigno il miracolo si è diffuso anche in studio contagiando tutti gli ospiti, Santanché compresa, e nessuno ha interrotto Celentano. A dimostrazione che erano tutti consapevoli del fatto che interrompere con questi mezzi di bassa comunicazione un uomo con una credibilità ed una coerenza consolidata come quella di Adriano Celentano, sarebbe stato un suicidio mediatico.
In attesa che qualcuno proponga in TV un talk nel quale venga chiuso totalmente il microfono imbavagliando i politici in attesa del proprio turno per parlare, sarebbe bello se tutti loro prendessero esempio da Celentano, magari infarcendo i propri discorsi con qualche pausa di riflessione. I politici, in questo modo, dovrebbero imparare ad esporre le proprie opinioni facendo molta attenzione non soltanto alla forma, ma soprattutto ai CONTENUTI dei propri discorsi, perché si sa… la PAUSA non perdona, e il pubblico quando pensa diventa indomabile.
Firmato: una persona qualunque ed indomabile di nome Alessandro Grassi.